Gli italiani sono da sempre un popolo di grandi risparmiatori.

Negli ultimi tempi, vuoi per la pandemia, vuoi per le vicende geopolitiche o economiche, la liquidità parcheggiata sui conto correnti ha raggiunto cifre record.

Si risparmia per far fronte a spese ed eventi imprevisti (quante volte mi sento dire: Non si sa mai!).

Obiettivo questo assolutamente condivisibile, discutibile è invece il metodo utilizzato.

Peccato, però, che per fronteggiare la paura di spese impreviste non si utilizzi nessun tipo di assicurazione.
L’Italia, infatti, è uno dei  paesi più sottoassicurati di Europa.

La sottoassicurazione è un problema soprattutto alla luce dello sviluppo di alcuni trend quali:

– l’invecchiamento della popolazione (nel 2050 un terzo degli italiani avrà più di 65 anni)

– la maggiore discontinuità lavorativa

– i fattori ambientali e climatici

E’ evidente e sotto gli occhi di tutti l’esigenza di proteggersi.

 

La domanda da fare è la seguente:

 

E’ possibile combinare la pianificazione finanziaria con il bisogno di protezione liberando gli ingenti capitali immobilizzati sui conti correnti?

Non solo è possibile, ma è necessario!

Quando parliamo di pianificazione finanziaria, una delle teorie più utili è rappresentata dalla teoria del ciclo di vita ideata da Franco Modigliani nel 1954, che gli valse il premio Nobel nel 1985.

Questa teoria sostiene che si risparmia da “giovani”, quando si dispone di un reddito, per poter spendere e finanziarie le spese anche da “vecchi”, quando quel reddito mancherà.

E’ il ciclo di vita del risparmio, positivo durante la fase lavorativa, negativo durante il pensionamento.

Secondo Modigliani, una persona razionale mira ad avere un profilo di consumo il più possibile costante per tutta la vita, per poter massimizzare il suo benessere complessivo. Per farlo, è necessario tenere in conto che nelle diverse fasi del ciclo di vita la capacità di produrre ricchezza è variabile:

– il reddito è nullo quando si è giovani

– cresce nella fase lavorativa

– diminuisce quando si entra nell’età pensionabile

Quindi è nella fase lavorativa che si genera un surplus tra reddito e consumo.
E’ la fase in cui si genera e si accumula il risparmio, in cui si dovrebbe procedere a costruire il proprio patrimonio personale.

 

La teoria, nell’attualità.

 

E’ cambiato sicuramente lo scenario demografico, sociale ed economico dell’Italia, che presenta:

– il più basso tasso di natalità dell’Unione Europea

– l’incremento della longevità

– l’aumento delle famiglie unipersonali

– il mutamento del mercato del lavoro

– l’aumento delle spese sanitarie

elementi che ci obbligano a rivedere alcuni aspetti della teoria dei cicli di vita.

Sul piano pratico questi cambiamenti si manifestano:

ritardo nel passaggio dalla fase giovanile alla fase lavorativa. L’innalzamento del livello di istruzione, unito alla difficoltà di un inserimento stabile nel mondo del lavoro, stanno spingendo in avanti l’età di passaggio dalla fase giovanile a quella lavorativa. Secondo l’Eurostat l’uscita dalla casa dei genitori avviene in Italia in media a 30 anni;

aumento della precarietà del lavoro. Insieme alle riforme previdenziali apportate negli ultimi anni, hanno da tempo procrastinato l’uscita dal mondo del lavoro e l’ingresso nella fase di vecchiaia;

allungamento delle aspettative di vita. Il miglioramento delle condizioni di vita ha determinato un allungamento della terza ed ultima fase del ciclo terreno di una persona. Quando è nata la teoria del ciclo di vita, l’aspettativa di vita era di circa 66 anni, oggi supera gli 82 anni. Tale situazione, seppur positiva, genera un forte incremento della spesa sanitaria inevitabile per le persone anziane.

Nonostante questi cambiamenti, la capacità di Modigliani è stata quella di saper leggere il rapporto tra Tempo ed Economia Individuale.

Ha creato le basi della pianificazione, mettendo in luce due concetti molto importanti:

– Saper prevenire

– Saper programmare

La pianificazione diventa efficace nel momento in cui vengono considerate tutte le esigenze che una persona potrà avere nel corso del tempo, tenendo conto dell’intero ciclo di vita  – personale e familiare – valutando contemporaneamente gli eventi sotto più aspetti: finanziario, assicurativo, previdenziale.

 

Pianificare per tempo gli eventi della vita non è tuttavia cosa semplice

 

E non lo è soprattutto quando gli eventi futuri sono percepiti come spiacevoli se non addirittura negativi:

Maggiore è l’ansia percepita, maggiore sarà la tendenza a non occuparsene o farlo in maniera non corretta (vedi la presenza di un eccesso di liquidità sui conti correnti)

Per superare la difficoltà nel pianificare è necessario dare un TEMPO ed un NOME al denaro pianificando gli investimenti secondo un metodo condiviso con il cliente e che non venga messo in discussione continuamente, sulla base di fattori emotivi o di volatilità di mercato.

Evidenziare un obiettivo e le scelte messe in campo per raggiungerlo è la base per costruire un corretto piano finanziario:  

FIGLI    CASA    VACANZE     PENSIONE     PROTEZIONE     RISPARMIO

 

Perché si risparmia?

 

Il risparmio risponde ad un innato bisogno di sicurezza.

Si risparmia , per comprare la casa, per il futuro dei figli , per garantirsi serenità economica, per avere interessi e per vedere aumentare il capitale e per fronteggiare gli imprevisti.

Spesso si risparmia infatti per il “non si sa mai” che non è un vero obiettivo di risparmio, ma una risposta inconsapevole al rischio.

Per ottimizzare la capacità di risparmio è importante.

  • Individuare quei rischi che possono minacciare la buona riuscita dei nostri progetti di vita di oggi e di domani
  • Individuare e predisporre strumenti capaci di proteggere noi stessi, i nostri cari e i nostri beni.

Viene da sé che un conto corrente non remunerato non è la migliore soluzione per raggiungere questi obiettivi (senza considerare inflazione, costi dei conti correnti e bail-in che risultano essere nemici silenziosi).

 

Una recente indagine

 

Da una recente indagine pubblicata a Dicembre 2021 dal Centro Einaudi sul risparmio e sulle scelte finanziare degli Italiani risulta che le motivazione di risparmio delle famiglie italiane si possono dividere in due macro categorie:

  • I bisogni di tutela
  • I desideri di realizzare progetti familiari

I bisogni di tutela sono composti da:

  • Far fronte ad eventi imprevisti (32,6%)
  • Fronteggiare i rischi legati alla situazione dovuta alla pandemia (16,5%)
  • Pagare l’assistenza medica nella vecchiaia (9,7%)

Per un totale del 58,8% delle motivazioni complessive

I desideri di realizzare i progetti familiari sono invece:

  • Una migliore istruzione per i figli(10,7%)
  • Acquistare casa (9,8%)
  • Ristrutturare casa (7,5%)
  • Mettere da parte dei soldi per quando andrò in pensione (4,2%)
  • Aiutare i figli nei loro primi anni autonomi (4,1%)
  • Lasciare i risparmi in eredità ai figli (3,5%)
  • Ripagare il mutuo (0,7%)
  • Accantonare il capitale necessario ad aprire un’attività (0,1%)

Per un totale del 40,6% delle motivazioni complessive

Il bisogno complessivo di tutela, quindi, supera di gran lunga le motivazioni legate ai progetti familiari.

E’ evidente che molti nutrono timori sugli eventi avversi che possono verificarsi nel corso della vita, ma pochi sono quelli che decidono in maniera consapevole di proteggersi da questi rischi.

Dall’indagine risulta che:

  • Solo il 28% di persone in età assicurabile ha sottoscritto una polizza infortuni
  • Il 5% delle famiglie ha una polizza contro le malattie, percentuale che scende allo 0,4% per le coperture riferibili alla non autosufficienza
  • Oltre il 70% del territorio nazionale è esposto a rischi idrogeologici, ma meno del 5% dei fabbricati è coperto da una polizza adeguata

 

 

La mancanza di tutela

 

 

La sotto-assicurazione degli italiani è essenzialmente dovuta a

  • La limitata cultura finanziaria, che comporta anche una limitata competenza, per esempio, nel calcolo delle probabilità o nello stimare l’entità economica che potrebbe avere un imprevisto importante.
  • La tendenza a sottovalutare i rischi.
  • La convinzione che, in caso di bisogno, la rete familiare sarebbe in grado di supplire alla mancanza di risorse personali.

E così, quando si chiede agli italiani perché hanno tanta liquidità sui conti, in molti rispondono che lo fanno per far fronte ad eventuali imprevisti, non considerando il fatto che esistono metodi più efficaci per proteggersi.

 

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