Conto corrente. È utile aprirlo per i propri figli?

 

Conto corrente. È utile aprirlo per i propri figli?

 

Assolutamente sì, senza se, e senza ma.

 

“A mio figlio provvedo io!”

“Ogni necessità di mio figlio viene da me soddisfatta”

“Devo valutare io le sue richieste”

“Basta chiedere”

Nel corso della mia carriera ne ho sentite tante di frasi come queste che hanno lasciato tanta amarezza in bocca.

Lungi da me pensare che non ci sia amore nel voler provvedere in tutto e per tutto alle necessità dei propri figli, ma arriva un momento in cui, è necessario stimolare l’autonomia del proprio figlio e la sua responsabilità nella gestione del denaro.

I tempi, per fortuna, sono cambiati.

Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria e con l’occasione è stata condotta un’indagine tra i genitori italiani, avente come tema “la paghetta”, il risparmio e l’utilizzo del denaro da parte dei Millennials e dei giovanissimi della Generazione Z.

 

 

I dati italiani sulla “paghetta”

 

 

L’indagine condotta da N26 e GoStudent ha evidenziato che quasi 7 famiglie su 10 danno la “paghetta” ai propri figli.

In Italia, il 40% dei genitori è solito dare la mancia con cadenza settimanale.
Il 22% preferisce corrisponderla mensilmente.
Sempre il 22% dichiara di non avere concordato una frequenza prestabilita.
Solo il 15% dei genitori dà la paghetta in base alle esigenze dei figli, e solo l’1% la dispensa quotidianamente.

Per 4 ragazzi su 10 la paghetta si attesta sui 10/20 euro a settimana, somma che cresce col crescere dell’età.

Per il 45% dei genitori italiani la paghetta è indipendente dal rendimento scolastico.
Secondo il 28% andare bene a scuola è un incentivo per ottenere denaro extra.
Solo per l’11% dei genitori, andare male a scuola è causa di sospensione della mancia.

Il dato più interessante oltre che rincuorante, è che il 91% dei genitori intervistati ritiene che sia importantissimo insegnare ai figli il valore del denaro e l’importanza del risparmio.

 

 

Il valore del risparmio in famiglia

 

 

Negli ultimi anni si è assistito ad una inversione di tendenza rispetto al parlare di risparmio ai propri figli, che vede il 61% dei genitori che dichiarano di affrontare regolarmente il tema del risparmio e di fare il possibile per trasmettere questo valore ai figli.

Per fortuna, solo il 2% degli intervistati non impartisce alcun tipo di insegnamento finanziario e sostiene di non considerarlo un aspetto fondamentale nel percorso di crescita dei propri figli.

 

 

Formare e informare: il ruolo della scuola

 

 

L’82% dei genitori vorrebbe che la scuola affrontasse di più il tema dell’educazione finanziaria: vorrebbe l’introduzione di questa materia come obbligatoria, come avviene in Portogallo e in molti Stati americani.

Nasce dirompente il bisogno di formazione su questi temi, di interlocutori terzi che aiutino le famiglie nei percorsi di educazione finanziaria che possono partire da casa, ma continuati in altre sedi.

E se la scuola non è di supporto, o non lo è ancora, quale migliore scelta potrebbe essere instradare i propri figli verso un “percorso educativo” con un consulente finanziario?

 

 

Il primo passo è aprire ai ragazzi un conto corrente

 

 

Il primo passo da compiere per coltivare una “dimensione finanziaria” può essere l’apertura di un conto corrente.
Mettere da parte dei soldi per raggiungere obiettivi individuati è già estremamente educativo.
Non serve avere tanti soldi o aspettare il momento migliore.

Imparare presto a gestire le proprie finanze con competenza e serenità è un atto dovuto per affrontare la vita.