il doppio paziente

Cambiano i tempi, cambia il mestiere.

La professione del veterinario, come tante altre discipline, ha dovuto conformarsi alle esigenze di una società in continuo mutamento, in cui all’aumentata sensibilità dell’opinione pubblica verso il mondo animale corrisponde una richiesta di un livello di professionalità sempre più elevato.

Professionalità in cui il requisito delle capacità tecniche è quasi scontato, e diventa accessorio alla capacità di entrare in relazione con empatia e al saper comunicare efficacemente.

Nella “cassetta degli attrezzi” del veterinario moderno dovrebbero trovare posto quelle competenze “psicologiche” che tuttora nessuna facoltà di medicina veterinaria insegna.

Tale cassetta dovrà contenere, inoltre, tutta una serie di abilità che mirano a sviluppare le capacità imprenditoriali, ottimizzare il lavoro di equipe, migliorare le relazioni umane, fidelizzare il cliente e garantire la sua aderenza ai protocolli di cura.
Tutto ciò sempre nell’interesse della salute dell’animale ammalato.

Il lavoro del veterinario quindi non è semplice: non solo si devono affrontare le sfide diagnostiche, ma, prima di ogni cosa, occorre fronteggiare anche le problematiche sociali, economiche e personali dei proprietari degli animali.

 

La particolarità della professione veterinaria

 

La caratteristica della professione del veterinario sta nel fatto che paziente e cliente non coincidono.
Il cliente, di fatto, è il proprietario dell’animale per il quale viene richiesta la consulenza medica.

Da tempo si ritiene che la comunicazione sia una parte fondamentale della medicina veterinaria.
Senza di essa, il lavoro sarà non appagante e i clienti non saranno soddisfatti. L’efficacia della comunicazione diventa, pertanto, una competenza clinica.

Il Veterinary Defense Society, compagnia di mutua assicurazione per la tutela dei veterinari del Regno Unito, ha valutato che nell’80% delle cause dovute a negligenza professionale, la comunicazione inadeguata tra veterinario e paziente sia stata determinante.

La ricerca nel campo della comunicazione in Medicina Veterinaria continua da quasi 20 anni e punta fortemente sul rapporto tra comunicazione e compliance del proprietario, sulla soddisfazione del proprietario e del veterinario, sulla riduzione del rischio di reclami e sui modi per ottenere standard di cura migliori per il paziente.

Conoscenza, competenze comunicative, autocoscienza, competenze nell’esame obiettivo e risoluzione dei problemi medici sono interdipendenti: non si può avere l’una senza le altre.

Ne deriva che gestire una struttura veterinaria diventa molto impegnativo dal punto di vista professionale.
Ci si aspetta che il medico veterinario sia esperto nelle diverse discipline, che sia abile nella comunicazione, che entri in empatia sia con il paziente che con il proprietario, che non dimentichi la situazione finanziaria della struttura e così via, una sfida gigantesca per qualsiasi professionista.

 

Le difficoltà della professione veterinaria

 

Alcuni studi sulla salute mentale della professione hanno evidenziato un tasso preoccupante di stress e problemi psicologici tra i medici veterinari.
I problemi principali che determinano stress sono stati individuati in:

Interazioni con clienti difficili.
Litigi con i clienti a causa del denaro.
Conflitti di interesse cliente-paziente.
L’eutanasia e il conseguente supporto emotivo per i proprietari.

Molti medici veterinari hanno individuato alcune situazioni che generano un forte impatto emotivo e di consegue stress :

Proprietari che non possono (o dicono di non poter) pagare il servizio/consulenza ricevuto, ma che esigono che il Medico Veterinario proceda sulla base del codice deontologico della professione.
Proprietari che mettono in dubbio l’adeguatezza di un piano terapeutico proposto dal Medico Veterinario e che lo accusano di essere motivato da ragioni principalmente economiche.
Persone benintenzionate che raccolgono animali abbandonati o feriti e che confondono la struttura veterinaria con una associazione di beneficenza.
Proprietari che richiedono l’eutanasia per “motivi di convenienza”, non accettabili per il Medico Veterinario né per la legge.

 

Considerazioni e riflessioni

 

Naturalmente non esiste una soluzione unica alle diverse situazioni, ma alcune riflessioni vanno fatte:

E’ importante condividere le emozioni o ascoltare i consigli di persone che hanno avuto situazioni simili.

La struttura veterinaria è un’attività commerciale con margini di profitto molto stretti, pertanto, quando una struttura si fa pagare per i servizi che fornisce, non sta violando nessuna norma etica o deontologica, ne si tradiscono i buoni sentimenti della professione.

Il medico veterinario non può e non deve avere pregiudizi nei confronti del proprietario dell’animale ed elargire cure in base alla classe sociale.
E’ tenuto ad essere onesto ed obiettivo e presentare in modo chiaro ed esaustivo tutte le opzioni mediche possibili.

Coscienza, consapevolezza e chiarezza sono le tre C indispensabili per un buon medico veterinario.

E sono queste tre caratteristiche, che, così come per gli altri medici, rendono simile l’attività professionale del medico veterinario a quella del consulente finanziario, qualora costui operi guidato dalle stesse motivazioni, ovvero sempre in funzione di uno “stato di benessere e salute generale“.